Si trovavano nei pressi di Lucca quattro strade importantissime: l’Aurelia, la Cassia, la Clodia e la Francigena, che avevano fatto della città, un luogo strategico per i commerci e i pellegrinaggi verso Roma.
Già nell’89 a.C., Lucca venne elevata dai Romani al rango di Municipio e dopo la decadenza dell’Impero, fu governata dai Longobardi e da Matilde di Canossa, la feudataria che fu una delle figure più potenti del medioevo italiano.
Nel 1119 la città si costituì a libero comune e iniziò un fiorente periodo di commerci e scambi con i paesi europei, ai quali Lucca vendeva la seta e le sue stoffe preziose.
Ad eccezione di brevi periodi di signorie fra le quali quella di Uguccione della Faggiola, signore di Pisa, e dei Guinigi, Lucca è stata una repubblica indipendente e oligarchica fino al 1799.
Da allora divenne un principato ad opera di Napoleone Bonaparte, che la affidò al governo della sorella Elisa con il marito Felice Baciocchi.
I Baciocchi governarono Lucca fino al 1805 dando alla città una notevole prosperità economica.
Lo stesso fecero i Borbone, in seguito, con ulteriori trent'anni di governo.
Forte della sua indipendenza protratta per secoli, la città rifiutò i Tribunali dell’Inquisizione e promosse la libertà di stampa, diventando uno dei centri editoriali più importanti del 1700.
Nel 1847 fu unita al resto della Toscana ed entrò a far parte del Regno d'Italia il 15 marzo 1860.